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Case a Emissioni Zero nell’Unione Europea: la “rivoluzione verde” nelle ristrutturazioni

Case a Emissioni Zero nell’Unione Europea: la “rivoluzione verde” nelle ristrutturazioni
Quello della sostenibilità ambientale è un tema sempre più ricorrente a livello mondiale e negli ultimi mesi in particolare è al centro della discussione in Unione Europea, dove Parlamento e Consiglio Ue, mediati dalla Commissione, stanno compiendo passi significativi verso la riduzione delle emissioni di carbonio, in materia di edilizia sostenibile.
Stiamo parlando della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia europea, anche conosciuta come “direttiva sulle Case Green”.

L’obiettivo della disposizione, ancora in fase di discussione e affinamento, mirerà alla promozione di un futuro più verde, attraverso alcuni accordi provvisori che imporranno agli stati dell’Unione una serie di ristrutturazioni per gli edifici pubblici e privati, per renderli più efficienti dal punto di vista energetico e quindi meno inquinanti.

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Per la Direttiva sulle ristrutturazioni, che andrà oltre l'ottimizzazione degli interni degli edifici e si estenderà anche agli spazi esterni, sembra farsi strada l’ipotesi di un adeguamento diversificato per i Paesi membri dell'UE, che dovranno adeguarsi per raggiungere gli obiettivi ambiziosi di case a emissioni zero.

Vediamoli assieme:
1. Case a Emissioni Zero: una prima bozza della direttiva afferma che in futuro le ristrutturazioni edilizie dovranno puntare verso una maggiore efficienza energetica degli edifici e anche all'adozione di pratiche e materiali sostenibili negli spazi interni ed esterni delle abitazioni.
La normativa, ancora in fase di elaborazione, punterà a stabilire dei piani nazionali flessibili, secondo cui gli Stati membri valuteranno, in base al proprio piano di ristrutturazione nazionale (il Mep) quali edifici e a che livello dovranno essere ristrutturati.

Oggi la normativa stabilisce due limiti temporali: entro il 2030 gli stati europei dovranno raggiungere una percentuale fissa (ancora da definire) di risparmio energetico; mentre entro il 2035 ogni Stato dovrà presentare le strategie con le quali arrivare ad avere un numero consistente di edifici a emissioni zero entro il 2050.
Rimarrebbe invariata la disposizione secondo cui a partire dal 2028 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero.

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2. Sostenibilità Esterna: Gli spazi outdoor rappresentano un elemento importante per la sostenibilità. Dalle pavimentazioni ai sistemi di illuminazione, tutto dovrà essere progettato con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale. La parte outdoor di una casa a emissioni zero dovrà essere progettata con un'attenzione particolare alla sostenibilità e all'efficienza energetica: a partire dai materiali, come pavimentazioni, muri e mobili da giardino, fino alle strutture e gli accessori che utilizzano sistemi energetici alternativi per la coibentazione, illuminazione e areazione, tutto in un progetto edilizio dovrà rispondere a criteri green, che assicureranno la riduzione delle emissioni di Co2.

La scelta delle strutture per l'outdoor potrebbe influire in modo significativo nella progettazione degli edifici a emissioni zero. Ad esempio, l'uso di pergole bioclimatiche, che regolano l'ombra e la luce naturale in modo intelligente, potrà contribuire a ridurre la necessità di raffreddamento e riscaldamento all'interno dell'edificio.

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3. Ambienti green a 360°: Per un futuro più verde, gli ambienti green richiederanno una progettazione olistica. L'illuminazione esterna a LED ad alta efficienza con sensori di movimento e luce naturale ridurranno il consumo energetico. La vegetazione assorbirà la CO2, migliorando la qualità dell'aria. La progettazione del paesaggio dovrebbe favorire l'esposizione al sole, offrire ombra naturale e migliorare la circolazione dell'aria. I punti di riciclo e compostaggio saranno la soluzione per ridurre i rifiuti e promuovere la sostenibilità dei materiali.
La direttiva rappresenta quindi una grande opportunità per un cambiamento significativo, ma comporterà sfide importanti per i Paesi membri dell'UE che, oltre a investire in ricerca e sviluppo, dovranno anche formare professionisti del settore edile e paesaggistico affinché possano progettare e realizzare spazi esterni a emissioni zero.

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Una pietra miliare nella creazione di un futuro più sostenibile dunque, che al momento della sua approvazione, partirà da un adeguamento che terrà conto delle specificità di ogni Stato e che mirerà a piani nazionali flessibili e a soluzioni su misura per un futuro più verde.

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